FIBRONIT, la fabbrica della morte continua ad uccidere
Altri due morti (un ex-operaio bitontino di 62 anni ed un’impiegata del quartiere Japigia di Bari, che non è riuscita a raggiungere i 50) si aggiungono al triste elenco del Registro regionale mesoteliomi, custodito presso la clinica universitaria di Medicina del Lavoro.
Morti per mesotelioma pleurico, il tumore dell’amianto, a causa delle polveri disperse nell’aria e della permanenza dei pericolosi rifiuti, abbandonati nella ex-fabbrica.
La fabbrica?della Fibronit che per 50 anni, dal 1935 al 1985, ha prodotto manufatti contenenti la pericolosa fibra minerale che continua a seminare lutti tra la popolazione di ben tre quartieri cittadini.
Soltanto ora, dopo anni di lotte e di denunce, l’amministrazione comunale guidata da Michele Emiliano sta procedendo ai lavori di disinquinamento e di messa in sicurezza per eliminare le condizioni di estremo pericolo per la popolazione esposta.
Tra le prime vittime naturalmente gli ex-operai, ma anche chi viveva inconsapevolmente nell’area di rischio intorno alla fabbrica. L’esposizione all’amianto infatti risale a circa 20 anni fa, perchè il tumore provocato dall’amianto resta silenzioso, senza manifestarsi anche per 20-30 anni.
“I morti di oggi – scrive Giuseppe Armenise sulla Gazzetta del 29 settembre – appartengono ad una stagione passata di assoluto misconoscimento del rischio per la pubblica salute. Ma, una volta conosciuto il pericolo, era un dovere assoluto interrompere le condizioni di rischio a salvaguardia delle generazioni di oggi e di domani. Ecco perchè … i lavori per eliminare i rischi della discarica Fibronit sarebbe stato indispensabile avviarli già quando è scattata l’emergenza (settembre 1994). (Amministrazione Di Cagno Abbrescia, di centro-destra, ndr).?